Lombra della maledizione

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Lombra della maledizione
Название: Lombra della maledizione
Дата добавления: 16 январь 2020
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Lombra della maledizione - читать бесплатно онлайн , автор Bujold Lois Mcmaster

 Da una grande maestra della narrativa fantastica, pi? volte vincitrice del premio Hugo, un potente racconto di mistero, magia e tradimento. Il destino di un cavaliere, della sua stirpe e di un regno tormentato. Provato nel corpo e nello spirito da una lunghissima prigionia, il comandante Lupe dy Cazaril ritorna nel regno di Chalion, in cui aveva servito come paggio, e viene nominato tutore di Royesse, bella e intelligente sorella dell’erede al trono. Ma quell’occasione di riscatto si trasforma presto in un incubo, poich? Cazaril scopre che a corte proprio quegli uomini che lo hanno tradito ora occupano posti di grande potere. E scopre soprattutto che l’intera stirpe di Chalion ? gravata da una terribile maledizione, che non pu? essere annullata se non con la magia pi? nera…

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«Per gli Dei!» esclamò lo stalliere, guardandosi intorno con stupore, poi agitò una mano. «Via! Via!»

Le pallide chiazze sfocate presero a vorticare per la camera, svanendo attraverso le pareti.

«Cosa sono quelle cose?» domandò Cazaril, adagiandosi di nuovo nel letto. «Le vedi anche tu?»

«Sono spettri. Su, bevi questo», rispose Umegat, versando parte del contenuto della caraffa nella coppa a fianco della bacinella per lavarsi e porgendola a Cazaril. «Ti assesterà lo stomaco e ti schiarirà la mente.»

Cazaril fu tentato di respingere la coppa con disgusto, paventando che fosse vino. In realtà si trattava di un infuso freddo di erbe che lui sorseggiò con cautela. Il suo sapore amaro era gradevole e gli ripulì la bocca inaridita dal vino.

Intanto Umegat, accostato uno sgabello al letto, si sedette.

«Spettri?» ripeté infine Cazaril, serrando gli occhi per un momento prima di riaprirli.

«Sì, quelli del castello. Non ne ho mai visto così tanti raccolti in uno stesso posto. Evidentemente, come gli animali sacri, anch’essi sono attratti da te.»

«Chiunque può vederli?»

«Chiunque possieda l’occhio interiore, sì. Da quel che so, in tutta Cardegoss siamo soltanto in tre ad avere questo talento.»

E due sono in questa stanza, pensò Cazaril. «Sono sempre stati presenti, per tutto questo tempo?» chiese.

«Io li intravedo, di tanto in tanto, ma di solito sono più schivi. In ogni caso, non devi temerli, perché non ti possono fare del male. Sono soltanto povere anime perdute», spiegò Umegat e, notando l’espressione stupefatta di Cazaril, aggiunse: «Accade talvolta che nessun Dio accetti un’anima recisa ed essa allora viene lasciata a vagare per il mondo, perdendo lentamente la consapevolezza di sé e svanendo nell’aria. I nuovi spettri assumono inizialmente la forma che avevano in vita, ma poi non riescono a mantenerla a causa della disperazione e della solitudine».

«Ah», mormorò Cazaril, confuso, stringendosi le braccia intorno al ventre. Era dunque quello il fato delle anime che non venivano accettate dagli Dei? E cosa stava succedendo, esattamente, allo spirito infuriato rimasto intrappolato dentro di lui? D’un tratto, gli tornarono in mente le parole della Royina Ista sullo Zangre — Sapete, è infestato dai fantasmi… - e si rese conto che esse non erano una metafora o un indizio di follia, bensì una pura e semplice constatazione. Ma allora quante delle strane cose da lei dette corrispondevano a una verità… vista con occhi alterati? Sollevando lo sguardo, Cazaril scoprì che Umegat lo stava osservando con aria pensosa.

«Come ti senti?» domandò il roknari, in tono cortese.

«Rispetto a stamattina, sto meglio», rispose Cazaril. Con una certa riluttanza, aggiunse: «E mi sento meglio di ieri».

«Hai mangiato?»

«Non ancora. Forse più tardi», rispose Cazaril, passandosi una mano sulla barba. «Cosa sta succedendo, là fuori?»

«Non avendo trovato in città nessun possibile colpevole, il Cancelliere dy Jironal ha lasciato Cardegoss, alla ricerca del cadavere dell’assassino di suo fratello e di eventuali complici ancora in vita», disse Umegat, scrollando le spalle.

«Spero che non catturi qualche innocente.»

«Lo accompagna un esperto Inquisitore del Tempio, il che dovrebbe essere sufficiente a impedirgli di commettere errori», garantì Umegat. Poi, mentre Cazaril era ancora impegnato ad assimilare quell’informazione, aggiunse: «Inoltre, una fazione dell’Ordine militare della Figlia ha inviato corrieri a tutti i suoi Lord Devoti, convocandoli per un consiglio generale, il che significa che non hanno intenzione di permettere che il Roya Orico imponga un altro comandante come Lord Donde»

«Come potrebbero mai sfidarlo?» ribatté Cazaril. «Ribellandosi?»

«Certamente no», replicò Umegat, affrettandosi ad accantonare con un gesto quell’ipotesi che sapeva di tradimento. «Invieranno una petizione o una richiesta.»

«Hmm. Mi pare che abbiano già protestato l’ultima volta, ma inutilmente. Dy Jironal non permetterà che il controllo di quell’Ordine gli sfugga di mano.»

«L’Ordine militare stavolta è sostenuto da tutta la sua casa.»

«Capisco. Tu che cos’hai fatto, oggi?»

«Ho pregato di ricevere una guida.»

«E hai avuto risposta?»

«Forse», rispose Umegat, con un sorriso ambiguo.

Cazaril si concesse un momento di riflessione. «Tu sei a conoscenza d’informazioni interessanti», disse infine. «Devo dedurre che sia inutile per me andare al Tempio e confessare all’Arcidivino Mendenal la responsabilità dell’assassinio di Dondo?»

Umegat inarcò le sopracciglia, sorpreso. «Be’, non dovrebbe stupirmi il fatto che la Signora della Primavera abbia scelto uno strumento così affilato.»

«Sei un Divino, un Inquisitore addestrato, quindi suppongo che tu non possa e non voglia mancare ai tuoi giuramenti né tradire la tua disciplina. Di conseguenza, mi hai stordito col vino per avere il tempo di riferire sulla situazione e discuterne», riepilogò Cazaril. «Il fatto che io non sia stato arrestato dovrebbe rivelarmi qualcosa sull’esito di quella discussione… ma non so esattamente cosa.»

«Come Divino, dipendo dai miei superiori», replicò Umegat, guardandosi le mani, allargate sulle ginocchia. «Come santo, invece, rispondo soltanto al mio Dio. Se lui si fida della mia capacità di giudizio, io devo fare altrettanto, e così pure devono fare i miei superiori.» Sollevò lo sguardo, osservando Cazaril con fermezza. «La Dea ti ha incaricato di compiere un viaggio per suo conto, come corriere… Questo è indiscutibile, giacché sta preservando la tua vita. Il Tempio non è al tuo servizio, ma al suo, e credo di poterti promettere che nessuno interferirà con te.»

«Ma cosa ci si aspetta che io faccia?» gemette Cazaril.

«Basandomi sulla mia esperienza, posso ipotizzare che tu debba svolgere i tuoi doveri quotidiani, così come ti si presentano.»

«Questo non mi è di molta utilità.»

«Sì, lo so», annuì Umegat, con un sorriso tirato. «Credo tuttavia che sia il modo in cui gli Dei umiliano coloro che aspirano a ritenersi saggi. A proposito di doveri quotidiani… Devo tornare ai miei, perché oggi Orico non si sente bene. Ritieniti libero di visitare il serraglio in qualsiasi momento.»

«Aspetta…» lo richiamò Cazaril, protendendo una mano. «Puoi dirmi… Orico è informato del miracolo costituito dal serraglio? È consapevole… di essere maledetto? Posso garantirti che Iselle non ne sa nulla, e neppure Teidez. Oppure il Roya capisce soltanto che il contatto con gli animali lo fa stare meglio?»

«Orico sa tutto, perché glielo ha detto suo padre, in punto di morte», replicò Umegat, con un piccolo cenno di assenso. «Il Tempio ha fatto molti segreti tentativi per infrangere la maledizione, e finora il serraglio è l’unico che sembri dare qualche risultato positivo.»

«E che mi dici della Royina Ista? È avvolta anche lei dall’ombra, come Sara?»

Umegat si tormentò i capelli, accigliandosi. «Potrei darti una risposta se avessi avuto modo di conoscerla di persona, ma la famiglia dy Baocia l’ha allontanata da Cardegoss poco prima che io venissi inviato qui.»

«Il Cancelliere dy Jironal è informato della cosa?»

«Se lo sa, non lo ha appreso dalle mie labbra», replicò Umegat, sempre più accigliato. «Ho ammonito spesso Orico di non discutere di questo miracolo, ma…»

«Se davvero Orico glielo ha tenuto nascosto, si tratta dell’unica cosa di cui non lo abbia informato», commentò Cazaril.

«Alla luce degli iniziali disastri che hanno caratterizzato il suo regno, Orico è convinto che qualsiasi azione da lui direttamente intrapresa servirebbe soltanto a danneggiare Chalion. Quindi usa il Cancelliere per le questioni di Stato senza riversare su di esse la sua maledizione.»

«Viene da chiedersi se dy Jironal sia davvero la soluzione del problema, o se non ne costituisca invece una parte integrante.»

«In un primo tempo, sembrava che la sua mediazione funzionasse.»

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