Il quinto giorno

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Il quinto giorno
Название: Il quinto giorno
Автор: Schatzing Frank
Дата добавления: 16 январь 2020
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Il quinto giorno - читать бесплатно онлайн , автор Schatzing Frank

Gennaio, costa del Per?. Il povero pescatore Juan non crede ai suoi occhi: dopo lunghe settimane di magra, si stende davanti a lui un enorme banco di pesci. Ma il terrore cancella ben presto la felicit?: i pesci, muovendosi come un unico essere, distruggono la rete, ribaltano la barca e impediscono all'uomo di raggiungere la superficie.

Marzo, Norvegia. A bordo di una nave oceanografica un biologo e una scienziata osservano milioni di "vermi" luminescenti che sembrano aver invaso lo zoccolo occidentale. Da dove vengono? Cosa sono?

Pochi giorni dopo, Canada. Un gruppo di balene attaccano la Barrier Queen e la affondano. Il mondo intero sar? drammaticamente coinvolto in questi avvenimenti in apparenza cos? lontani tra loro.

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Johanson non ascoltava quasi più. Conosceva nei dettagli la parte seguente dell'esposizione, dato che erano stati lui e Bohrmann a strutturarla. Trattava dei vermi e degli idrati di metano. Quindi, mentre Peak parlava, lui affidava al laptop il corso dei propri pensieri.

L'influenza sul sistema neuronale attraverso uno…

Attraverso che cosa?

Doveva trovare un concetto. Era faticoso trovare sempre nuove espressioni. Johanson fissava lo schermo con aria assente. L'unità di crisi aveva accesso al programma? Il pensiero che Judith Li e i suoi uomini potessero spiare i suoi pensieri lo spingeva a essere diffidente. Aveva la sua teoria e si sarebbe confrontato con gli altri soltanto quando lo avesse deciso lui.

Il caso volle che a un certo punto il medio e l'anulare della sua mano sinistra scrivessero una parola. In realtà era ancor meno di una parola. Erano tre lettere, che apparvero sullo schermo del laptop.

Yrr.

Johanson fu tentato di cancellarle. Poi si fermò.

Perché no?

Qualsiasi parola poteva andare bene. E quella era persino meglio di una parola vera, perché impediva ogni possibilità d'interpretazione. In fondo, lui non sapeva di cosa stava scrivendo. Non c'era un concetto per esprimere ciò che stava facendo, quindi l'astrazione era la strada giusta.

Yrr.

Suonava bene. Per il momento sarebbe rimasta così.

Karen Weaver ascoltava, rosicchiando per bene la terza matita.

«Forse il diluvio universale è stato altrettanto catastrofico», stava dicendo Peak, in conclusione del suo minuzioso excursus. «Le inondazioni fanno parte di diversi miti e tradizioni religiose. Forse la prima descrizione di uno tsunami, raccontata come una catastrofe naturale, risale al 479 avanti Cristo ed ebbe luogo nel mar Egeo. Nel 1755, Lisbona fu investita da un'onda alta dieci metri: i morti accertati furono sessantamila. Sappiamo anche con certezza dell'esplosione del Krakatoa, nel 1883. La camera vulcanica crollò e, come conseguenza, si ebbe la formazione di un'immensa caldera sottomarina. Due ore più tardi, ondate alte quaranta metri colpirono le regioni costiere di Sumatra e Giava, furono distrutti oltre trecento villaggi e morirono quasi trentaseimila persone. Nel 1933 uno tsunami molto più piccolo colpì la città giapponese di Sanriku e infuriò a nord-est di Honshu. Bilancio: tremila morti, novemila edifici distrutti, ottomila navi affondate. Nessuno di questi avvenimenti si avvicina neppure lontanamente allo tsunami dell'Europa settentrionale. Là, gli Stati costieri erano altamente industrializzati. Nel complesso, vivevano duecentoquaranta milioni di persone, in prevalenza sulle coste.»

Si guardò intorno. La sala era immersa nel silenzio.

«In un colpo, tutta la regione è cambiata dal punto di vista geologico», riprese Peak. «Le conseguenze per l'umanità non sono ancora prevedibili, ma per l'economia sono assolutamente devastanti. Alcune delle più importanti città portuali del mondo sono andate distrutte, in parte o completamente. Fino a pochi giorni fa, Rotterdam era una delle più importanti piazze commerciali di tutti i tempi, il mare del Nord una delle principali riserve di combustibili fossili, con una produzione di circa quattrocentocinquantamila barili di petrolio al giorno. La metà delle risorse petrolifere europee era al largo della costa norvegese, un'altra parte al largo dell'Inghilterra, senza contare che là si trovava anche una parte consistente dei giacimenti mondiali di gas naturale. Il numero delle vittime è valutato tra i due e i tre milioni, quello dei feriti e dei senzatetto è molto più alto.»

Peak pronunciava quelle cifre come se stesse dando le previsioni del tempo, apparentemente senza la minima emozione.

«Non è chiaro che cosa abbia provocato lo smottamento. I vermi rientrano senza dubbio tra le eccezionali mutazioni con cui abbiamo a che fare. Nessun avvenimento naturale spiega la comparsa di questi eserciti di miliardi di vermi e batteri. Tuttavia i nostri amici di Kiel e il dottor Johanson ritengono che al puzzle manchi ancora una tessera. Che le distese di idrati diventassero così instabili solo a causa dell'infestazione non era ipotizzabile e quindi non era possibile prevedere una simile catastrofe. Deve essere entrato in gioco un fattore supplementare, che, con l'ondata, ha rivelato solo la parte superficiale del problema.»

Con un brivido, Karen Weaver si raddrizzò sulla sedia. Benché l'immagine dal satellite apparsa in quel momento sullo schermo fosse stata scattata da una grande altezza, e risultasse sfocata e schiarita artificialmente, lei aveva riconosciuto subito la nave.

«Questa ripresa spiega ciò che voglio dire», riprese Peak. «Stavamo sorvegliando la nave col satellite…»

Come? Karen pensò di non aver capito bene. Stavano sorvegliando Bauer?

«Una nave oceanografica, la Juno», proseguì Peak. «Le fotografie sono state scattate di notte da un satellite spia militare, l'EORSAT. Fortunatamente avevamo la visuale libera e il mare calmo, cosa insolita in quella zona. In quel momento, la Juno era davanti alle isole Svalbard.»

Le luci della nave spiccavano pallide dalla superficie nera. Poi, improvvisamente, il mare si picchiettò di macchie chiare, che si allargavano finché esso non sembrò ribollire.

La Juno si piegò a destra e a sinistra. Si girò.

Poi affondò come un sasso.

Karen era sconvolta. Nessuno l'aveva preparata a quello. Adesso sapeva dov'era Bauer. La Juno giaceva sul fondo del mar di Groenlandia. E lei prese dolorosamente consapevolezza del fatto che ora ne sapeva più di tutti gli altri. Bauer le aveva lasciato la sua eredità spirituale.

«È stata la prima volta, dall'inizio delle anomalie, che abbiamo potuto osservare questo effetto», disse Peak. «Blowout di metano in questa zona ci erano noti da tempo, tuttavia…»

Karen alzò la mano. «Non avete mai ipotizzato che potesse succedere qualcosa del genere?»

Peak la scrutò. Il volto sembrava intagliato nel legno, tanto era immobile. «No.»

«E che cosa avete fatto quando la Juno è affondata?»

«Niente.»

«Non avete fatto niente, benché la zona e la nave fossero sorvegliate con un satellite?»

Peak scosse lentamente la testa. «Abbiamo osservato una serie di navi che affondavano e abbiamo raccolto informazioni. Non si può essere contemporaneamente ovunque. Nessuno poteva pensare che proprio quella nave…»

Karen lo interruppe: «Sbaglio, o gli effetti di simili blowout vi sono sufficientemente noti? Per esempio dal presunto mistero del triangolo delle Bermuda?»

«Miss Weaver, noi…»

«Detto in altri termini, se eravate a conoscenza che, in passato, alcune navi erano sparite in quel modo e se sapevate che nel mare del Nord aumentavano le fuoriuscite di metano, non avete sospettato quello che sarebbe successo alla scarpata continentale norvegese?»

Peak la fissò. «Che vorrebbe dire?»

«Voglio sapere se avreste potuto fare qualcosa!»

L'espressione di Peak rimase completamente impassibile. Tenendo lo sguardo puntato su Karen e, nel silenzio di tomba, rispose: «Abbiamo sbagliato le valutazioni».

Peak non aveva avuto scelta: doveva ammettere almeno in parte il fallimento della ricognizione aerea. Effettivamente avevano registrato una ripresa dei blowout al largo della Norvegia, ma anche tutte le altre possibilità. Non sapevano nulla solo dei vermi.

Consapevole della situazione difficile in cui si trovava Peak, Judith Li si alzò, andando in suo aiuto. «Non avremmo potuto fare nulla», disse con calma. «Inoltre, Miss Weaver, vorrei pregarla di ascoltare per intero la relazione del maggiore prima di formulare accuse. Devo forse ricordarle che i consiglieri scientifici in questa sala sono stati scelti sulla base di due criteri, cioè specializzazione ed esperienza? Alcuni di loro sono stati direttamente coinvolti negli avvenimenti. Il dottor Bohrmann avrebbe potuto impedirlo? E il dottor Johanson? E la Statoil? Avrebbero potuto impedirlo, Miss Weaver? Crede davvero che al controllo dall'orbita sia collegata una task force onnipresente che arrivi immediatamente sul posto per soccorrere le vittime, qualunque cosa sia successa? Forse per questo dovremmo smettere di usare i satelliti?»

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