Fondazione e Impero
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Ogni casa era circondata da un giardino fiorito.
Ogni giardino era coltivato in modo intensivo, e vi nascevano fiori dai colori stupendi che venivano esportati.
In questo modo Radole si era dedicata di piщ alla esportazione che non al commercio.
Radole City era una piccola area ricoperta di vegetazione lussureggiante in un pianeta orrendo, un piccolo angolo di paradiso, e anche questa ragione favorм la sua candidatura come sede del congresso.
Gli stranieri arrivarono da tutti gli altri ventisei pianeti indipendenti: delegati, mogli, segretarie, astronavi ed equipaggi.
La popolazione di Radole raddoppiт e le risorse del pianeta vennero sfruttate al massimo.
Si mangiava a volontа, si beveva a volontа e non si dormiva affatto.
Tra questa popolazione spensierata esistevano alcuni che ancora non sapevano che nella Galassia era iniziato un conflitto.
Coloro invece che se ne rendevano conto, potevano essere divisi in tre categorie.
Alla prima appartenevano coloro che ne sapevano ben poco e che erano molto ottimisti…
Come il giovane pilota che portava sul berretto la coccarda di Haven.
Questi stava dicendo: - Per arrivare fino a qui, siamo dovuti passare proprio attraverso la zona di guerra.
Abbiamo staccato i motori per un minuto-luce proprio nelle vicinanze di Horleggor…
— Horleggor? - Intervenne un giovanotto del posto, dalle gambe lunghe, che aveva assunto la parte di ospite in quel gruppetto di persone.
— Ma и il luogo dove la flotta del Mulo ha ricevuto quella brutta batosta l'altra settimana, non и vero? - E chi ti ha detto che il Mulo и stato sconfitto? - chiese il pilota con aria sorniona.
— La radio della Fondazione.
— Eh giа.
E io ti dico che il Mulo ha conquistato Horleggor.
Siamo quasi andati a finire in bocca a un convoglio di navi del Mulo che venivano da lм.
A me pare che quando si viene sconfitti non si rimane sul luogo della battaglia mentre i vincitori lo abbandonano a precipizio.
Una terza persona intervenne con voce da ubriaco. - Non parlate a questo modo.
La Fondazione le ha sempre buscate all'inizio.
Stai a vedere.
Rimani seduto e stai a vedere.
La vecchia Fondazione sa quando passare al contrattacco.
E allora… hummm! - L'ubriaco concluse il suo intervento in maniera ebete.
— In ogni modo - disse il pilota di Haven dopo una breve pausa, - come ho detto prima, noi abbiamo visto le astronavi del Mulo, e non sembravano affatto brutte, anzi direi che sono molto efficienti.
A me sono parse nuove.
— Nuove? - disse il giovane pensieroso. - Le hanno costruite da soli? - Staccт una foglia da un ramo vicino.
L'annusт delicatamente, poi se la mise tra i denti, spremendone il succo e spandendo un forte odore di menta.
Disse: - Intendi dire che sconfiggono la Fondazione con astronavi fatte da loro? Impossibile.
— Le ho viste io con i miei occhi.
E ti assicuro che so distinguere una nave da una cometa.
Il giovanotto dalle gambe lunghe s'avvicinт all'altro e gli sussurrт all'orecchio: - Sai cosa penso io? La guerra non comincia cosм per caso.
E tra i nostri capi ci sono molte persone in gamba.
Sanno bene come comportarsi.
L'ubriaco esclamт per la seconda volta: - State a vedere la vecchia Fondazione.
Aspettano l'ultimo minuto, poi… hummm! - e sorrise guardando con l'occhio spento il bicchiere di vino semivuoto che teneva in mano.
Il radoliano stava dicendo: - Per esempio, vecchio mio, credi davvero che sia stato il Mulo a organizzare la faccenda? Nooo! - E fece un gesto negativo con un dito. - Dalle informazioni che ho avuto da una fonte molto in alto, sono i nostri a manovrare la cosa.
Lo stanno pagando e forse sono loro a costruire le navi.
Siamo concreti.
Certo, noi sappiamo perfettamente che la Fondazione alla lunga vincerа, ma il Mulo gli farа vedere i sorci verdi.
E quando saranno li che tremano di paura, interverremo noi.
— Non riesci a parlar d'altro Klev? Parli sempre di guerra.
Mi hai stancato - osservт la ragazza vicino a lui.
Il pilota di Haven disse galantemente: - Cambiamo argomento.
Non possiamo annoiare le ragazze.
L'uomo ubriaco ripetй l'ultima frase battendo ritmicamente il pugno sul tavolo.
Il piccolo gruppo si divise mentre il pilota e la ragazza ridevano e chiacchieravano.
Un'altra coppia apparve dal solarium in fondo al giardino.
La conversazione diventт generale, meno seria e piщ frivola.
Poi c'erano coloro che ne sapevano un pт di piщ e che erano meno fiduciosi…
Uno di questi era Fran, che si trovava sul pianeta in qualitа di membro della delegazione di Haven.
Data la sua carica, veniva accolto nei circoli piщ importanti e stringeva nuove amicizie, con tutte le donne quando gli capitava e con gli uomini quando era strettamente necessario.
Ora si trovava sulla piattaforma solare di una casa in cima a una collina assieme ad uno dei suoi nuovi amici, e si rilassava per la prima volta da quando era giunto su Radole.
Il nuovo amico si chiamava Iwo Lyon, e assomigliava a Fran in molti lati del carattere.
La casa di Iwo era lontana dal centro, apparentemente isolata in un mare di verde.
La piattaforma solare consisteva in un prato ben curato, disposto a quarantacinque gradi, sul quale Fran s'era allungato per assaporare ogni raggio.
— Non abbiamo niente di simile su Haven - disse.
Iwo rispose assonnato. - Non hai mai mai visto l'emisfero ghiacciato.
C'и una zona non piщ lontana di venti miglia da qui, dove l'ossigeno scorre come acqua.
— Ma smettila! - E' vero.
— Ebbene, ti dirт, Iwo, prima che mi portassero via il braccio, ai bei tempi, quando vagabondavo per lo spazio, tu non mi crederai ma… - Il racconto che segui fu abbastanza lungo e naturalmente Iwo non credette a una sola parola.
— I giovani d'oggi non sono piщ come una volta - disse Iwo sbadigliando.
— Eh, si.
Perт - disse Fran, - non и sempre vero.
Ti ho mai parlato di mio figlio? E' uno della vecchia scuola, lui.
Potrebbe diventare un mercante in gamba.
E tale quale suo padre.
Tale e quale a parte il fatto che s'и sposato.
— Intendi dire che ha fatto un contratto legale? Con una ragazza? - Esattamente.
Neanche io ne vedo la ragione.
Sono andati sul Kalgan per la luna di miele.
— Kalgan? E quando и stato? Fran sorrise, poi abbassando la voce disse: - Proprio prima che il Mulo dichiarasse guerra alla Fondazione.
— Davvero? Fran annuм e fece segno a Iwo di avvicinare la testa.
Poi disse quasi bisbigliando: - In effetti, ti dirт qualcosa, sempre che tu non vada a spifferarlo in giro.
Il mio ragazzo e stato mandato su Kalgan per una missione.
Ora non vorrei essere proprio io a fare delle supposizioni, ma se consideri la situazione attuale, sono convinto che lo puoi immaginare.
Il mio ragazzo era proprio l'elemento adatto a questo lavoro.
Noi mercanti avevamo bisogno di qualcuno che cominciasse a procurare dei guai alla Fondazione, ecco qua.
Non sto a dirti come ce l'abbiamo fatta, ma il fatto и che il mio ragazzo и andato su Kalgan, e il Mulo ha fatto uscir fuori le navi da guerra.
Mio figlio, capisci? Iwo lo guardт impressionato.
Anche lui assunse un tono confidenziale.
— E' stata un'ottima manovra.
Dicono che noi possediamo cinquecento astronavi pronte ad intervenire al momento giusto.
Fran disse con autoritа: - Molte di piщ, forse.
Questa и strategia. - Si massaggiт l'addome. - Ma non bisogna dimenticare che il Mulo non и uno stupido.
Quello che и successo a Horleggor mi preoccupa.
— Ho sentito dire che ha perduto cinque astronavi.
— Certo ma ne aveva altre cento e la Fondazione и stata costretta a sloggiare.
E' bene che quei tiranni le prendano, ma non cosм in fretta.
— Scosse la testa.
— Ma c'и da chiedersi dove il Mulo abbia trovato le sue astronavi.
Corre voce in giro che siamo noi a fabbricarle.
— Che cosa? Noi mercanti? Haven possiede la piщ grande fabbrica d'astronavi di tutti i mondi indipendenti, e ti assicuro che le fabbrichiamo solo per noi.
Credi che qualche pianeta abbia preso una simile iniziativa senza consultarsi con gli altri? Deve trattarsi di una fandonia.
— Ebbene, allora dove le trova? Fran scrollт le spalle. - Se le fabbricherа da solo, immagino.
E anche questo fatto mi preoccupa.
Chiuse gli occhi e accomodт meglio i piedi sulla tavola di sostegno.
Lentamente s'addormentт e il suo respiro pesante si confuse con il ronzio degli insetti.
E poi c'erano quelli che erano molto bene informati e che non erano affatto ottimisti.
Uno di questi era Randu, che il quinto giorno del congresso dei mercanti indipendenti entrт nella sala delle riunioni e incontrт i due uomini che aveva convocato, che lo aspettavano.
I cinquecento posti a sedere erano vuoti e non si sarebbero riempiti.
Randu entrт subito in argomento ancora prima di sedersi. - Noi tre rappresentiamo metа del potenziale militare di tutti i mondi mercantili indipendenti.
— Si - disse Mangin di Iss, - i miei colleghi e io abbiamo giа discusso la questione.
— lo sono pronto - disse Randu, - a parlare sinceramente e senza indugi.
Non sono abituato ai mezzi termini.
La nostra posizione и piuttosto precaria.
— E come mai? - chiese Ovali Gri di Mnemon.
— Per gli sviluppi recenti.
Per favore, lasciate che cominci dal principio.
Per prima cosa: la situazione che si и andata creando non и stata preparata da noi, e tanto meno и sotto il nostro controllo.
Le trattative da noi avanzate non erano dirette al Mulo, ma ad altri generali: principalmente all'ex Lord di Kalgan, che il Mulo ha sconfitto in un momento quanto mai inopportuno per noi.
— Sм, ma questo Mulo и un degno sostituto - disse Mangin. - Non stiamo a cavillare sui dettagli.
— Cambierete opinione quando saprete tutti i dettagli. - Randu s'appoggiт al tavolo con tutt'e due le mani.
— Un mese fa - disse, - ho mandato mio nipote e sua moglie su Kalgan.
— Vostro nipote! - esclamт Ovali Gri sorpreso. - Non sapevo che fosse vostro nipote.
— E per quale ragione? - chiese in tono secco Mangin. - Per ottenere questo? - No.
Se intendete dire la dichiarazione di guerra del Mulo alla Fondazione, no.
Non puntavo tanto in alto.
Il giovanotto non sapeva niente, nй della nostra organizzazione, nй dei nostri scopi.
Gli era stato detto che io ero un membro minore di una organizzazione patriottica di Haven, e lui su Kalgan non doveva fungere che da osservatore dilettante.
