Lanno del contagio
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Per la giovane Kivrin, che si prepare a studiare dal vivo una delle epoche pi? oscure della storia, regno della paura, della superstizione e di tremendi flagelli, viaggiare nel tempo ? un'esperienza unica e affascinante, ma in fondo non troppo difficile: l'importante ? prepararsi con cura e osservare scrupolosamente tutte le regole perch? il suo improvviso arrivo nel XIV secolo risulti plausibile e, soprattutto, passi inosservato. Il resto ? compito di una straordinaria tecnologia che rende possibile un simile trasferimento temporale. Tuttavia il suo viaggio nel Medioevo, dove l'esistenza quotidiana ? un'avventura per la sopravvivenza e dove si sta scrivendo un nuovo libro dell'Apocalisse, sar? molto pi? che la realizzazione di un sogno.
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— Sono assolutamente d'accordo — convenne Finch, serrandole il braccio con la stessa decisione con cui avrebbe afferrato una corda di campana e riportandola al suo giaciglio.
Colin arrivò di corsa, fradicio come al solito e quasi bluastro per il freddo, con la giacca aperta e la sciarpa grigia di Mary che gli penzolava inutilmente dal collo.
— È da parte dell'infermiere di Badri — disse, porgendo un messaggio a Dunworthy, poi aprì un pacchetto di tavolette dolci e se ne mise in bocca una azzurra.
Il messaggio era fradicio quanto lui e diceva «Badri chiede di lei», anche se la parola «Badri» era talmente sbiadita dall'acqua che si distingueva soltanto la B.
— L'infermiere ti ha detto se Badri sta peggio? — chiese Dunworthy.
— No, ha raccomandato soltanto di consegnarle il messaggio, e la prozia Mary vuole sapere quando verrà per la sua inoculazione. Ha aggiunto che non sa quando arriverà l'analogo.
Dunworthy aiutò Finch a rimettere a letto la Signora Piantini poi si affrettò a raggiungere l'Infermeria e a salire nella Sezione d'Isolamento, dove si trovò di fronte un'altra infermiera che non conosceva, questa volta una donna di mezz'età con i piedi gonfi che sedeva con gli arti dolenti puntellati sulla scrivania e intenta a guardare un video da tasca. Quando lo vide arrivare si affrettò a metterlo via e ad alzarsi.
— Lei è il Signor Dunworthy? — domandò, bloccandogli il passo. — La Dottoressa Ahrens la vuole vedere immediatamente dabbasso.
Lo disse in tono molto quieto, perfino gentile, tanto che lui credette che stesse cercando di risparmiarlo e non volesse fargli vedere cosa c'era nella stanza. Vuole che sia Mary a dirmelo, pensò.
— Si tratta di Badri, vero? È morto?
L'infermiera parve sinceramente sorpresa.
— Oh, no, oggi sta molto meglio. Non ha avuto il mio biglietto? Si è addirittura seduto.
— Seduto? — ripeté Dunworthy, fissando la donna e chiedendosi se stesse delirando per la febbre.
— È ancora molto debole, naturalmente, ma la sua temperatura è normale e lui è cosciente. Lei però deve prima vedere la Dottoressa Ahrens al Pronto Soccorso, perché ha detto che era una cosa urgente.
— Lo avverta che verrò da lui non appena mi sarà possibile — replicò Dunworthy, lanciando uno sguardo meravigliato in direzione della porta di Badri, poi si allontanò in tutta fretta.
E per poco non andò a sbattere contro Colin, che stava entrando in quel momento.
— Cosa ci fai qui? — gli chiese. — Ha forse telefonato qualcuno dei tecnici?
— Sono stato assegnato a lei — spiegò Colin. — La prozia Mary non si fida che lei si faccia fare l'inoculazione per rinforzare i linfociti T, quindi io devo accompagnarla di sotto a farsela fare.
— Non posso. C'è un'emergenza al Pronto Soccorso — replicò Dunworthy, avviandosi con passo rapido nel corridoio.
— Dopo l'emergenza, allora — insistette Colin, correndo per tenere il suo passo. — La prozia ha detto che non devo permetterle di lasciare l'Infermeria senza essere stato sottoposto all'inoculazione.
Mary venne loro incontro non appena l'ascensore si aprì.
— Abbiamo un altro caso — annunciò in tono cupo, avviandosi verso il Pronto Soccorso. — Si tratta di Montoya, la stanno portando qui da Witney.
— Montoya? — ripeté Dunworthy. — È impossibile. Era agli scavi, completamente sola.
— No, a quanto pare — ribatté Mary, aprendo le porte doppie con una spinta.
— Ma lei ha detto… sei certa che si tratti del virus? Stava lavorando sotto la pioggia, quindi forse ha preso qualche altra malattia.
Mary però scosse il capo.
— Il personale dell'ambulanza ha effettuato un'analisi preliminare, e i risultati collimano con il virus — replicò, fermandosi all'accettazione. — Sono già qui? — chiese al paramedico di turno.
— Hanno appena superato il perimetro — rispose questi, con un cenno negativo del capo.
Mary si avvicinò alle porte e guardò fuori, come se non avesse creduto alle parole dell'uomo.
— Montoya ha telefonato questa mattina, e appariva molto confusa — disse, girandosi di nuovo verso di loro. — Io ho contattato Chipping Norton, che è l'ospedale più vicino e ho chiesto che mandassero un'ambulanza, ma mi hanno risposto che ufficialmente gli scavi sono sotto quarantena. Liberare una delle nostre ambulanze perché andasse a prenderla era però impossibile, e alla fine sono riuscita ad ottenere che l'SSN concedesse una deroga a Chipping Norton perché potessero mandare loro un'ambulanza. Quando è andata agli scavi? — chiese, guardando di nuovo fuori.
— Ecco… — cominciò Dunworthy, cercando di ricordare. Montoya gli aveva telefonato il giorno di Natale per chiedergli un'informazione a proposito dei centri di pesca scozzesi, poi aveva richiamato nel pomeriggio per dire che «non importava» perché aveva deciso di contraffare la firma di Basingame. — Il giorno di Natale, se gli uffici dell'SSN erano aperti — rispose infine, — oppure il ventisei… no, era Santo Stefano. Il ventisette, allora, e da quel momento non ha più visto nessuno.
— Come lo sai?
— Quando le ho parlato si è lamentata di non riuscire a mantenere gli scavi asciutti da sola. Voleva che telefonassi all'SSN perché mandasse degli studenti ad aiutarla.
— E quanto tempo fa è successo?
— Due… no, tre giorni fa — rispose Dunworthy, accigliandosi. — Le giornate tendono a confondersi fra loro, quando non si va mai a dormire.
— È possibile che dopo aver parlato con te abbia trovato alla fattoria qualcuno che l'aiutasse?
— D'inverno là non c'è nessuno.
— Se ben ricordo, Montoya ha la tendenza a reclutare chiunque le capiti intorno. Forse ha reclutato qualche passante.
— Ha detto che non ce n'erano. Gli scavi sono molto isolati.
— Eppure deve aver incontrato qualcuno. È rimasta agli scavi per sette giorni e il periodo di incubazione del virus va soltanto dalle dodici alle quarantotto ore.
— Ecco l'ambulanza — avvertì Colin.
Montoya oltrepassò le porte, tallonata da Dunworthy e da Colin. Due paramedici muniti di maschera issarono una barella su un carrello a ruote e Dunworthy riconobbe uno di loro… quello che aveva aiutato a ricoverare Badri.
Colin era chino sulla barella e stava osservando con interesse Montoya, che giaceva con gli occhi chiusi. La testa era tenuta sollevata con alcuni cuscini e il volto aveva lo stesso rossore intenso di quello della Signora Breen. Colin si protese ancora di più in avanti e l'archeologa gli tossì in faccia.
Dunworthy afferrò il ragazzo per il colletto della giacca e lo trassse indietro.
— Allontanati da lì — ingiunse. — Stai forse cercando di contrarre il virus? Perché non hai indosso la maschera?
— Perché non ce ne sono.
— Non dovresti essere qui. Voglio che torni a Balliol e…
— Non posso. Sono stato incaricato di badare che lei riceva l'inoculazione.
— Allora siediti laggiù — ordinò Dunworthy, scortandolo fino a una sedia nell'area di attesa, — e tieniti alla larga dai pazienti.
— È meglio che non cerchi di tagliare la corda — ammonì Colin, ma si sedette e tirò fuori di tasca la solita gomma da masticare, pulendola su una manica della giacca.
Dunworthy tornò vicino alla barella.
— Lupe — stava dicendo Mary, — le dobbiamo rivolgere qualche domanda. Quando si è ammalata?
— Questa mattina — rispose Montoya, con voce rauca, e Dunworthy si rese conto di colpo che doveva essere stata lei la donna che gli aveva telefonato. — La scorsa notte ho avuto uno spaventoso mal di testa — spiegò, portandosi una mano infangata alla fronte, — ma ho pensato che fosse dovuto al fatto che avevo sforzato troppo gli occhi.
— Chi c'era con lei agli scavi?
— Nessuno — replicò l'archeologa, in tono sorpreso.
— Cosa mi dice dei viveri? Qualcuno di Witney le ha portato delle scorte di viveri?
Montoya accennò a scuotere il capo in un gesto di diniego, ma apparentemente questo le causò dolore perché si bloccò.