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Lombra della maledizione

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Lombra della maledizione
Название: Lombra della maledizione
Дата добавления: 16 январь 2020
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Lombra della maledizione - читать бесплатно онлайн , автор Bujold Lois Mcmaster

 Da una grande maestra della narrativa fantastica, pi? volte vincitrice del premio Hugo, un potente racconto di mistero, magia e tradimento. Il destino di un cavaliere, della sua stirpe e di un regno tormentato. Provato nel corpo e nello spirito da una lunghissima prigionia, il comandante Lupe dy Cazaril ritorna nel regno di Chalion, in cui aveva servito come paggio, e viene nominato tutore di Royesse, bella e intelligente sorella dell’erede al trono. Ma quell’occasione di riscatto si trasforma presto in un incubo, poich? Cazaril scopre che a corte proprio quegli uomini che lo hanno tradito ora occupano posti di grande potere. E scopre soprattutto che l’intera stirpe di Chalion ? gravata da una terribile maledizione, che non pu? essere annullata se non con la magia pi? nera…

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«Ista mi ha detto…» cominciò Cazaril, poi s’interruppe, perché non era certo di voler riferire la storia di Ista a quei due giovani tanto determinati. A Iselle poteva venire qualche idea… L’ignoranza non è stupidità, ma può benissimo diventarlo, così aveva protestato Iselle, e adesso era troppo tardi per tenerla al riparo dalla realtà. Sulla scorta dell’ira degli Dei, sarebbe diventata la prossima Royina di Chalion e, al diritto di governare, si accompagnava il dovere di proteggere, per cui il privilegio di ricevere protezione doveva essere abbandonato, come i giocattoli dell’infanzia. E ciò valeva soprattutto per la protezione da amare verità. «Ista mi ha detto che esiste un altro modo», confessò infine. Poi, rialzatosi, si lasciò cadere pesantemente sulla sedia e, con voce rotta, in termini tanto scarni da apparire quasi brutali, riferì la storia narrata da Ista riguardo a Lord dy Lutez, al Roya Ias e alla visione che lei stessa aveva ricevuto dalla Dea. Parlò di quelle due notti infernali nelle segrete dello Zangre, dell’uomo prima legato e poi calato nella vasca di acqua gelida. Entrambi i giovani lo fissavano con sgomento, pallidi in volto. «Dalla notte in cui ho cercato di barattare la mia vita con la morte di Dondo, ho pensato… ho temuto… di essere io la persona giusta», continuò Cazaril. «E l’idea di essere il prescelto mi ha terrorizzato. Ista mi ha definito ’il dy Lutez di Iselle’… Se fossi convinto dell’utilità di un simile gesto, vi giuro, al cospetto degli Dei, che vi chiederei di portarmi fuori adesso e di annegarmi nella fontana del cortile, due volte. Ormai però non posso più essere la vittima sacrificale: la mia seconda morte sarà anche l’ultima, perché il demone della morte volerà via con la mia anima e con quella di Dondo. Non vedo proprio come potrei rientrare nel mio corpo…» E si sfregò col dorso della mano il volto bagnato di lacrime.

Bergon fissò la moglie con tanta intensità da dare l’impressione di volerla consumare con lo sguardo. «E se ci provassi io?» chiese infine, con voce roca.

«Come?» esclamò Iselle.

«Sono venuto qui per salvarti da questa cosa… L’unica differenza sta nel modo, che, lo ammetto, sarà un po’ più sgradevole del previsto… Comunque non ho paura dell’acqua. Che ne dite di provare ad annegare me?»

Le proteste di Cazaril e di Iselle si sovrapposero per qualche istante, poi Cazaril, con un cenno della mano, invitò la Royesse a parlare.

«È già stato tentato una volta», ribadì lei. «E non ha funzionato. Non intendo annegare nessuno di voi due! E neppure impiccarvi o fare qualsiasi altra orribile cosa che vi possa venire in mente. No!»

«Inoltre la Dea ha detto che un uomo avrebbe dovuto dare tre volte la vita per la Casa di Chalion, e non che si dovesse trattare di un uomo della Casa di Chalion», rammentò loro Cazaril. Almeno così aveva detto Ista… Però lei aveva ripetuto il messaggio della sua visione usando le stesse parole della Dea, oppure nella sua versione si annidava qualche fatale errore? Quale che fosse la verità, comunque non aveva importanza, se il contenuto di quelle parole poteva trattenere Bergon dal mettere in atto il suo orribile piano. «Non credo che si possa infrangere la maledizione dall’interno, altrimenti sarebbe stato Ias, e non dy Lutez, a calarsi in quella botte…» proseguì Cazaril. «E adesso tu sei dentro la maledizione, Bergon. Possano i cinque Dei perdonarmi per questo.»

«E in ogni caso quella soluzione ha qualcosa di sbagliato», aggiunse Iselle, socchiudendo gli occhi. «Sembra una specie d’imbroglio. Qual era il consiglio che avete ricevuto dal santo Umegat, quando gli avete chiesto cosa fare? Mi riferisco a quella faccenda dei doveri quotidiani…»

«Ha detto che avrei dovuto svolgere i miei doveri quotidiani, come si fossero presentati.»

«Benissimo. In tal caso, gli Dei non hanno ancora finito di occuparsi di noi», rifletté Iselle, tamburellando con le dita sulla superficie del tavolo. «Stavo pensando… Mia madre ha generato due figli per la Casa di Chalion, però non ha mai avuto la possibilità di tentare una terza gravidanza, e quello è senza dubbio un dovere imposto dagli Dei.»

Cazaril si soffermò a considerare lo scempio che la maledizione avrebbe potuto causare, unendosi ai rischi connessi a una gravidanza e a un parto, proprio come si era unita alle fortune militari di Ias e di Orico, e fu percorso da un brivido. Alla luce di quella situazione, la sterilità di Sara era il minore fra tutti i possibili disastri. «Per i cinque Dei, Iselle, credo che fareste meglio a ficcare me in quella botte!» esclamò.

«Inoltre la Dea ha detto che si doveva trattare di un uomo. Vero, Caz?» disse Bergon.

«Uh… Così mi ha riferito Lady Ista.»

«Secondo i Divini, quando gli Dei impartiscono le loro istruzioni agli uomini, relativamente ai loro doveri religiosi, intendono riferirsi anche alle donne», sibilò Iselle. «Non potete escludere le donne solo quando vi fa comodo, senza contare che ho vissuto sotto l’ombra della maledizione per sedici anni, senza conoscerne l’esistenza, e sono comunque sopravvissuta.»

Ma adesso il suo effetto sta peggiorando, si sta intensificando, pensò Cazaril, ai cui occhi la morte di Teidez era un segno evidente di quella evoluzione… I punti di forza e le virtù del ragazzo, per pochi che fossero, erano stati distorti in modo da causare una sventura. Iselle e Bergon avevano molti punti di forza e numerose virtù: per loro, il potenziale distruttivo della maledizione era immenso. Scrutò la giovane coppia che si stava tenendo per mano. Iselle, però, si sfregava gli occhi con le nocche della mano libera.

«Maledizione a parte, rimane il fatto che bisogna preparare subito un documento di obbedienza a Orico, in modo che dy Jironal non possa sostenere che mi sto ribellando a lui», disse poi, stringendosi con le dita la sella del naso e traendo un profondo respiro. «Se solo potessi raggiungere Orico e parlargli, so che potrei persuaderlo del fatto che questo matrimonio torna a beneficio di Chalion.»

«Orico è molto facile da persuadere», convenne Cazaril. «Il difficile è rendere… solida tale persuasione.»

«Già, e non dimentichiamo che dy Jironal si trova a Cardegoss con lui. Il mio più grande timore è che, nell’apprendere la notizia del matrimonio, lui possa in qualche modo convincere Orico a modificare ancora i termini del suo testamento.»

«Conquistate la fiducia di un numero sufficiente di Provincar di Chalion, Royesse. Soltanto così potrete contare sul loro appoggio per opporvi a eventuali clausole del genere.»

«Vorrei andare a Cardegoss», ribatté Iselle, accigliandosi. «Se davvero Orico è in punto di morte, dovrei essere accanto a lui, e io e Bergon dovremmo trovarci nella capitale per controllare l’evolversi degli eventi.»

«È una cosa difficile quanto pericolosa», obiettò Cazaril, dopo un momento di riflessione. «Non dovete mettervi nelle mani di dy Jironal.»

«Non sarebbe mia intenzione andarci da sola», ribatté Iselle, con un sorriso cupo come il riflesso della luna su una lama di coltello. «Ritengo però che dovremmo sfruttare ogni appiglio legale e ogni vantaggio tattico. Inoltre, sarebbe opportuno ricordare ai nobili di Chalion che il potere legale del Cancelliere deriva solo ed esclusivamente dal Roya.»

«Tu conosci quell’uomo meglio di me», interloquì Bergon. «Credi che dy Jironal accoglierà la notizia senza far nulla?»

«Quanto più a lungo riusciremo a farlo rimanere inattivo e meglio sarà, perché il sostegno su cui potremo contare aumenterà di giorno in giorno.»

«Avete saputo come dy Jironal ha reagito alla cosa?» chiese Cazaril.

«Non ancora», rispose Bergon.

«Tienimi informato», lo ammonì Cazaril, poi trasse un lungo respiro, appiattì davanti a sé un foglio di carta e prese una penna. «Ora veniamo alla lettera. Con quale titolo desiderate essere indicati?»

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