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Lombra della maledizione

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Lombra della maledizione
Название: Lombra della maledizione
Дата добавления: 16 январь 2020
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Lombra della maledizione - читать бесплатно онлайн , автор Bujold Lois Mcmaster

 Da una grande maestra della narrativa fantastica, pi? volte vincitrice del premio Hugo, un potente racconto di mistero, magia e tradimento. Il destino di un cavaliere, della sua stirpe e di un regno tormentato. Provato nel corpo e nello spirito da una lunghissima prigionia, il comandante Lupe dy Cazaril ritorna nel regno di Chalion, in cui aveva servito come paggio, e viene nominato tutore di Royesse, bella e intelligente sorella dell’erede al trono. Ma quell’occasione di riscatto si trasforma presto in un incubo, poich? Cazaril scopre che a corte proprio quegli uomini che lo hanno tradito ora occupano posti di grande potere. E scopre soprattutto che l’intera stirpe di Chalion ? gravata da una terribile maledizione, che non pu? essere annullata se non con la magia pi? nera…

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«Saranno più che sufficienti, se non verrò truffato», le assicurò Cazaril.

«Ricordate che dovete spenderli senza inutili risparmi: sarete il mio rappresentante a Ibra, no? Rammentate di curare l’abbigliamento… Il Royse Bergon dovrà viaggiare con lo stile che si addice al suo rango e al mio, per non recare vergogna a Chalion.»

«Questo potrebbe essere difficile, senza disporre di un esercito, intendo… Comunque ci rifletterò. Molto dipenderà da molte cose ancora in sospeso. Dovremo anche elaborare un mezzo di comunicazione sicuro, perché senza dubbio dy Jironal, o le sue spie, faranno di tutto per intercettare qualsiasi lettera da voi ricevuta.»

«Ah.»

«Esiste un codice cifrato, molto semplice ma pressoché impossibile da decifrare, perché si basa sulla possibilità di avere due copie della stessa edizione di un determinato libro: una me la porterei appresso e l’altra rimarrebbe qui con voi. Le parole vengono selezionate con sequenze di tre numeri — numero di pagina, di riga e di parola all’interno della riga -, mediante i quali chi riceve la missiva può individuare ogni termine. Non bisogna scegliere sempre gli stessi numeri per la stessa parola, bensì cercarla su un’altra pagina. Ci sono codici migliori, però non ho il tempo d’insegnarveli. Il vero problema è che non ho due libri uguali…»

«Provvederò io a trovarli, prima che voi partiate, domattina», promise Betriz.

«Grazie», replicò Cazaril. Per lui, malato com’era, era una follia intraprendere un viaggio del genere, valicando le montagne in pieno inverno. Sarebbe caduto da cavallo in mezzo alla neve, morendo assiderato, e sia lui sia le lettere di cui era latore sarebbero state divorate dai lupi… «Vorrei… Il mio spirito è disponibile, ma il mio corpo è un territorio occupato, e in buona parte distrutto», osservò. «Ho paura di crollare durante il viaggio. Il mio amico, il March dy Palliar, è un buon cavaliere e un valido combattente. Posso suggerirvi di scegliere lui come vostro inviato?»

Iselle si accigliò. «Temo che, per avere la mano di Bergon, sarà necessario sostenere con la Volpe un duello di astuzia e non di spada. È dunque meglio inviare la mente a Ibra e tenere la spada qui a Chalion», rispose.

Il pensiero di lasciare accanto a Iselle e Betriz un amico su cui fare affidamento, e che aveva a sua volta altri amici, rasserenò Cazaril. «In ogni caso, domani potrò invitarlo a discutere con noi della cosa?» domandò.

Iselle lanciò un’occhiata a Betriz e, dopo un momento, annuì con decisione. «Sì. Accompagnatelo da me il più presto possibile.» Poi trasse a sé un altro foglio di pergamena e prese una penna pulita. «Adesso scriverò una lettera personale al Royse Bergon, che voi riceverete sigillata e che gli trasmetterete senza aprirla. Quindi sarà la volta della lettera per mia madre. Non credo che voi possiate essermi d’aiuto con nessuna delle due, dunque vi consiglio di andare a dormire un poco, finché potete.»;

Cazaril si alzò e s’inchinò.

«Sono lieta che sarai tu a riferirle la notizia, e non un qualsiasi corriere della Cancelleria», sussurrò Iselle, mentre lui arrivava alla porta. «Anche se non sarà una cosa facile.»

Tratto un profondo respiro, Iselle si chinò sul foglio di pergamena, con la luce delle candele che faceva brillare come un’aureola i capelli dorati intorno al volto assorto. Lasciandola immersa in quella polla di luce, Cazaril si addentrò nell’oscurità del corridoio gelido.

All’alba, Cazaril venne destato da un insistente bussare alla porta della sua camera. Quando si alzò, incespicando, dal letto per andare ad aprire, non si trovò davanti un paggio venuto a convocarlo, come si era aspettato, bensì dy Palliar.

Abitualmente ordinato, quella mattina Palli dava l’impressione di essersi vestito al buio, a casaccio. I capelli arruffati sporgevano in tutte le direzioni e gli occhi erano cerchiati di scuro. Entrò di slancio nella stanza, mentre i fratelli dy Gura, assonnati ma allegri, sorridevano a Cazaril dal corridoio. Consegnata a Ferda, il più alto dei due, la candela che aveva vicino al letto, Cazaril attese che questi la accendesse dalla candela nel corridoio, restituendola poi a Palli, che la prese con mani leggermente tremanti.

«Per i demoni del Bastardo, Caz! Cosa stai combinando?» esclamò Palli, dopo che la porta fu chiusa.

«A cosa ti riferisci?» domandò Cazaril, confuso.

Palli accese un altro paio di candele, vicino alla bacinella e alla brocca di Cazaril, e si girò di scatto. «Mi hai detto di pregare per ricevere una guida, tramite i miei sogni. Ebbene, vorrei farti sapere che la scorsa notte, in sogno, sono stato ucciso cinque volte, mentre cavalcavo per andare chissà dove, e ogni volta si è trattato di una fine più orribile delle precedenti. Nell’ultimo sogno, sono stato divorato dai miei cavalli. Non voglio salire su un cavallo, un mulo o qualsiasi altro animale da trasporto per almeno una settimana!»

«Oh», mormorò Cazaril. Quella notizia per lui era fin troppo chiara. «In tal caso, non voglio che tu vada da nessuna parte.»

«Saperlo è un sollievo.»

«Andrò io stesso.»

«Dove? Con questo clima? Ha cominciato a nevicare, sai?»

«Ah, ci mancava soltanto questo. Non te lo ha ancora detto nessuno? Il Royse Teidez è morto verso mezzanotte, a causa della ferita infetta.»

«Questo cambia le cose, a Chalion», osservò Palli, rannuvolandosi.

«Infatti. Dammi il tempo di vestirmi e vieni di sopra con me», replicò Cazaril, sciacquandosi in fretta la faccia con l’acqua fredda e infilandosi gli abiti del giorno prima.

Trovò Betriz ancora vestita con l’abito da lutto nero e lavanda della notte precedente e, dal suo aspetto, dedusse che non era andata a dormire. Condotti i fratelli dy Gura nell’anticamera, in modo che non potessero essere visti dal corridoio, Cazaril entrò nel salotto insieme con Palli, chiudendosi la porta alle spalle.

«Tutte le lettere sono pronte per andare… a Valenda», affermò Betriz in tono esitante, guardando Palli. Poi indicò un pacchetto sigillato sul tavolo.

«Iselle sta dormendo?» chiese Cazaril.

«Sta riposando, ma so che vuole vedervi, entrambi», replicò Betriz, scomparendo nella camera da letto. Dall’interno giunse un sommesso mormorare di voci, poi Betriz riapparve, con un paio di libri sotto il braccio. «Ieri mi sono intrufolata nella biblioteca del Roya e ho trovato due volumi identici. I duplicati non erano molti, e ho scelto i due libri più grossi, così da avere un maggior numero di parole tra cui scegliere.»

«Bene», approvò Cazaril, prendendo uno dei volumi e soffocando a stento una cupa risata nello scorgere le lettere dorate incise sulla costa: Il quintuplice sentiero. «Una scelta perfetta. Ho proprio bisogno di rinfrescare le mie nozioni di teologia», commentò, deponendo il libro accanto alle lettere.

Iselle apparve in quel momento, avvolta in una pesante vestaglia blu scuro, sotto cui facevano capolino i merletti della sua camicia da notte; i capelli color ambra le ricadevano sulle spalle e il suo volto appariva pallido e gonfio per la mancanza di sonno. «Mio signore dy Palliar», disse, rivolgendo un cenno del capo a Cazaril e a Palli. «Vi ringrazio per essere venuto in mio aiuto.»

«Io… ecco…» balbettò Palli, scoccando a Cazaril un’occhiata disperata, che pareva chiedere: A che cosa sto acconsentendo?

«Vuole dunque partire al vostro posto?» domandò Betriz a Cazaril, in tono ansioso. «Non dovreste tentare questo viaggio… No, non dovreste proprio.»

«Ecco… no. Palli, ti chiedo di pronunciare un giuramento in nome degli Dei e in particolare della Signora della Primavera. Dovrai servire e proteggere la Royesse Iselle a costo della vita. Ciò che ti domando non costituisce un tradimento, giacché lei è la legittima Erede di Chalion. Tu avrai l’onore di essere il primo tra i cortigiani a giurarle fedeltà», disse Cazaril.

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