Il quinto giorno

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Il quinto giorno
Название: Il quinto giorno
Автор: Schatzing Frank
Дата добавления: 16 январь 2020
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Il quinto giorno - читать бесплатно онлайн , автор Schatzing Frank

Gennaio, costa del Per?. Il povero pescatore Juan non crede ai suoi occhi: dopo lunghe settimane di magra, si stende davanti a lui un enorme banco di pesci. Ma il terrore cancella ben presto la felicit?: i pesci, muovendosi come un unico essere, distruggono la rete, ribaltano la barca e impediscono all'uomo di raggiungere la superficie.

Marzo, Norvegia. A bordo di una nave oceanografica un biologo e una scienziata osservano milioni di "vermi" luminescenti che sembrano aver invaso lo zoccolo occidentale. Da dove vengono? Cosa sono?

Pochi giorni dopo, Canada. Un gruppo di balene attaccano la Barrier Queen e la affondano. Il mondo intero sar? drammaticamente coinvolto in questi avvenimenti in apparenza cos? lontani tra loro.

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Dopodiché aveva raccontato a Bohrmann che cosa pensava dei vermi. Era incredibile. I due si erano compresi così bene al primo colpo che in un battibaleno vuotarono diversi boccali di birra ed elaborarono numerosi scenari, tanto inquietanti quanto evidenti. E intanto, attraverso il satellite, si tenevano in contatto con Kiel. Da quando il collegamento Internet era stato ripristinato, Kiel mandava una simulazione dopo l'altra. Suess aveva cercato di ricostruire nella maniera più dettagliata possibile ciò che era successo sulla scarpata continentale norvegese, col risultato che i dati in possesso non giustificavano una catastrofe di quelle dimensioni. Vermi e batteri avevano senza dubbio giocato un ruolo fatale, ma nel puzzle mancava qualcosa, una tessera minuscola, un decisivo fattore scatenante.

«E finché non lo conosciamo continuerà a prenderci per i fondelli, Dio mi è testimone!» affermò Frost. «E finirà per smottare la scarpata continentale anche in America e Giappone.»

Judith Li era seduta davanti al laptop.

Era sola nella sua gigantesca suite eppure era vicina a tutti. Aveva seguito per un po' i lavori nel laboratorio di massima sicurezza e aveva ascoltato quello che dicevano laggiù. Tutti gli spazi dello Château erano sorvegliati da microfoni e telecamere. Lo stesso valeva per Nanaimo, l'University of Vancouver e l'acquario. Alcune delle case private della zona, quelle di Ford, della Oliviera e di Fenwick, erano state riempite di cimici, come pure la barca di Anawak e il suo piccolo appartamento a Vancouver. C'erano occhi e orecchie ovunque, solo quello che si diceva all'aperto, nei bar e nei ristoranti non poteva essere intercettato. Ciò seccava parecchio Judith Li, ma, per sorvegliare costantemente gli scienziati, avrebbe dovuto far impiantare su di loro delle trasmittenti.

Funzionava meglio il controllo della rete interna. Bohrmann e Frost erano online, come pure Karen Weaver, la giornalista, che in quel momento stava confrontando i dati satellitari della Corrente del Golfo. Era molto interessante, come pure le simulazioni provenienti da Kiel. La rete era stata una buona idea. Naturalmente, Judith Li non poteva sapere cosa pensava chi la stava utilizzando. Ma quello su cui stavano lavorando e i dati che richiamavano venivano salvati e potevano essere visionati in ogni momento. Se la teoria terroristica di Vanderbilt fosse stata vera — cosa di cui Judith Li dubitava — allora sarebbe diventato addirittura legittimo spiare ogni singolo componente del gruppo. Sembrava che fossero tutti puliti. Nessuno teneva contatti con associazioni estremistiche o con Paesi del mondo arabo, ma esisteva sempre un margine di rischio. E anche se le ipotesi del vice direttore della CIA si fossero rivelate infondate, era comunque molto utile tenere d'occhio gli scienziati senza che loro se ne accorgessero. Era sempre un bene ottenere subito le informazioni.

Judith Li ritornò su Nanaimo e ascoltò Sigur Johanson e Sue Oliviera mentre andavano all'ascensore. Parlavano delle condizioni di lavoro nel settore di massima sicurezza. Sue osservava che la doccia acida, senza la tuta protettiva, avrebbe lasciato solamente uno scheletro perfettamente pulito, Johanson fece una battuta. Risero e risalirono.

Perché Johanson non rivelava a nessuno la sua teoria? L'aveva quasi fatto. Nella sua camera, parlando con Karen Weaver subito dopo la conferenza. Ma poi si era limitato a fare qualche allusione.

Judith fece una serie di telefonate, parlò brevemente con Peak a New York e guardò l'orologio. Era l'ora del rapporto di Vanderbilt. Lasciò la suite, percorse il corridoio e andò in una sala in fondo all'ala sud dello Château. Corrispondeva alla War Room della Casa Bianca e, come la sala riunioni, era a prova d'intercettazioni. L'attendevano Vanderbilt e due dei suoi uomini. Il vice direttore della CIA era appena tornato da Nanaimo in elicottero e sembrava ancora più sconvolto del solito.

«Possiamo metterci in contatto con Washington?» chiese Judith Li senza salutare.

«Potremmo», disse Vanderbilt. «Ma non servirebbe a niente…»

«Non faccia il misterioso, Jack.»

«… se ha intenzione di mettersi in contatto col presidente. Il presidente non è più a Washington.»

Nanaimo, Vancouver Island

Uscendo dall'ascensore con Sigur Johanson, Sue Oliviera incrociò nell'atrio Fenwick e Anawak.

«Da dove arrivate?» chiese, stupita.

«Siamo andati a fare una passeggiata.» Anawak le strizzò l'occhio. «Vi siete divertiti in laboratorio?»

«Idiota», borbottò Sue. «Sembra che ci siano piombati addosso i problemi dell'Europa. La gelatina nei granchi è la nostra vecchia conoscenza. Roche ha isolato un agente patogeno nascosto nei granchi.»

«Pfiesteria?» chiese Anawak.

«Qualcosa del genere», rispose Johanson. «La mutazione della mutazione, per così dire. La nuova specie è infinitamente più tossica di quella europea.»

«Abbiamo dovuto sacrificare qualche cavia», aggiunse Sue. «Le abbiamo rinchiuse con un granchio morto e sono spirate tutte nel giro di qualche minuto.»

Fenwick fece involontariamente un passo indietro. «Quel veleno è davvero così contagioso?»

«No, mi puoi tranquillamente sbaciucchiare. Non si trasmette da uomo a uomo. Non abbiamo a che fare con un virus, ma con un'invasione batteriologica. Che tuttavia sfugge al controllo non appena la Pfiesteria raggiunge l'acqua e si riproduce in maniera esponenziale quando i granchi sono già morti da un pezzo. Erano morti tutti tranne uno, e ora ci ha lasciati anche quello.»

«Granchi kamikaze», sentenziò Anawak.

«Il loro compito è portare i batteri sulla terra, come il compito dei vermi era portare i batteri nel ghiaccio», disse Johanson.

«Dopo crepano. Meduse, mitili, anche quella gelatina… Niente sopravvive a lungo, ma tutto adempie al proprio scopo.»

«Che sarebbe quello di danneggiarci.»

«Esatto. Anche le balene si comportano come attentatori suicidi», disse Fenwick. «Le aggressioni fanno di norma parte di una strategia di sopravvivenza, come la fuga. Ma una simile strategia non si è mai vista.»

Johanson sorrise. I suoi occhi neri scintillavano. «Non ne sarei così sicuro. Qui è evidente che qualcuno sta seguendo una strategia di sopravvivenza.»

Fenwick lo fissò. «Sembra quasi di sentire Vanderbilt.»

«Sembra. In una cosa Vanderbilt ha ragione; per il resto, io la penso in modo diverso.» Johanson fece una pausa. «Ma scommetto qualsiasi cosa che ben presto Vanderbilt la penserà come me.»

Judith Li

«Che vuol dire?» chiese Judith Li, mentre si sedeva. «Dov'è il presidente?»

«Sta raggiungendo l'Offutt Air Force Base nel Nebraska», disse Vanderbilt. «Sono comparsi banchi di granchi nella Chesapeake Bay e nel Potomac. Evidentemente superano il braccio di mare. Pare che alcuni abbiano raggiunto la terraferma a sud di Alexandria e Arlington, ma non abbiamo ancora la conferma.»

«E chi ha ordinato il trasferimento all'Offutt?»

Vanderbilt scrollò le spalle. «Il capo di stato maggiore alla Casa Bianca teme che la capitale possa subire lo stesso destino di New York», disse. «Lei conosce il presidente. Si è opposto con tutte le forze. Avrebbe preferito uscire e dichiarare guerra personalmente a quelle bestie disgustose, ma alla fine ha dovuto acconsentire al trasferimento. Si dedicherà a una sana vita campagnola.»

Judith Li rifletté. L'Offutt era la sede dello Strategic Command, che sovrintendeva all'arsenale atomico degli Stati Uniti, un luogo ideale per proteggere il presidente. Era nel mezzo della terraferma, lontano da tutti i pericoli che arrivavano dal mare. Da lì, il presidente poteva tenersi in contatto in videoconferenza col consiglio di sicurezza nazionale e sbrigare tutte le sue incombenze di governo. «È stata una decisione affrettata», disse con enfasi. «D'ora in poi, cose del genere le voglio sapere immediatamente, Jack. Se da qualche parte c'è qualcosa che mette la testa fuori dal mare, io lo voglio sapere subito. Anzi, voglio saperlo prima che metta fuori la testa.»

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